Quattro cose da sapere:

Optometria e Optometrista

1. Che cos’è l’Optometria?

L’Optometria è la disciplina scientifico-sanitaria che studia e definisce le relazioni tra:

  • l’individuo (la persona capace di pensare, percepire e agire in modo autonomo);
  • l’occhio (l’organo che converte i raggi luminosi in segnali nervosi e li trasmette al cervello);
  • la vista (il senso, la capacità dell’occhio di catturare e focalizzare la luce per formare immagini sulla retina);
  • la visione (la funzione, il processo cognitivo più complesso, l’elaborazione cerebrale delle informazioni visive (percezione, sensibilità al contrasto, stereopsia, interpretazione delle forme, dei colori, della profondità) necessarie alla vita e alla mobilità autonome).
L’Optometria integra conoscenze e competenze di ottica fisica oftalmica e fisiologia, neuroscienze, tecniche specifiche con l’obiettivo di trattare i disturbi visivi e migliorare la visione e la funzione visiva. 
È particolarmente attenta alla contattologia e alle tecniche riabilitative visive. Non fa diagnosi medica, non prescrive farmaci o realizza interventi chirurgici, ambiti riservati al medico-oftalmologo.

2. Cosa fa un Optometrista?

  • misura la condizione refrattiva dell’occhio, necessarie al senso della vista;
  • valuta il complesso della condizioni fisiologiche e funzionali necessarie alla visione, con particolare attenzione alla visione binoculare;
  • definisce le correzioni ottiche necessarie (occhiali, lenti a contatto, ausili visivi).
  • prescrive, realizza e fornisce ausili ottici su misura.
  • tutela, mantiene e migliora la capacità visiva le performance visive,
  • osserva eventuali anomalie da segnalare al medico,
  • collabora con le professioni sanitarie ed in particolare con il medico-oftalmologo per ripristinare la capacità visiva successivamente o durante un percorso di cura e/o riabilitazione.

3. Dove è nata e come si è sviluppata l’Optometria?


L’Optometria, sebbene in Italia non sia ancora riconosciuta ufficialmente come professione autonoma, è disciplina prevista dai piani di studi e materia insegnata nei corsi per ottici dal 1992.

È una professione sanitaria consolidata in 92 Paesi.

Negli USA è nata nel 1886 con gli studi di Edmund Landolt, la prima licenza fu rilasciata dallo stato di New York a Charles Prentice nel 1897 e la prima legge di regolamentazione fu approvata in Minnesota nel 1901.

Nei paesi anglosassoni (USA, Canada, Regno Unito, Australia ed ex Commonwealth) e in molti Paesi dell’Unione Europea (Olanda, Germania, Danimarca, Irlanda, Lettonia e Spagna) l’Optometrista si forma all’università e lavora in collaborazione con oftalmologi e altre figure sanitarie, anche in convenzione con il servizio sanitario nazionale.

La professione ha contribuito allo sviluppo della ricerca nell’ottica fisiologica, nelle scienze visive e nelle lenti per occhiali e a contatto.

Le competenze dell’Optometrista sono definite dal World Council of Optometry – W.C.O e dall’European Council of Optometry and Optics - E.C.O.O.

4. Chi esercita l’Optometria in Italia?


In Italia, l’Optometria è praticata da Ottici Abilitati che hanno seguito un corso di specializzazione o laurea in optometria in Italia o all’estero.

L’Optometrista Italiano è un professionista socio-sanitario che:
  • tratta i difetti visivi con strumenti ottico-fisici e/o terapie riabilitative;
  • migliora le funzioni visive senza l’utilizzo di farmaci o interventi chirurgici;
  • utilizza conoscenze di ottica fisica, oftalmica e fisiologica, fisiologia oculare, neuroscienze, tecniche optometriche e refrattive, lenti a contatto, riabilitazione visiva e ipovisione.